Michele Di Mauro Fotografia

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Tre, il numero perfetto.

Tre, il numero perfetto: diaframma, tempi, iso… fotografia. Il discorso, tecnicamente inteso potrebbe virare facilmente sull’interazione dei parametri di scatto che quando si incontrano correttamente permettono di esporre bene il fotogramma.

Siamo sicuri si tratti solo di questo? No, decisamente.

Si è certamente più in alto, in una dimensione più ampia e profonda, dove ad un parametro si ricollega l’espressione, un modo e qualcosa da comunicare. Così, per parlare, uno sfocato da diaframma aperto toglie focus a dettagli secondari, allo stesso modo un tempo veloce dell’otturatore ferma il momento in una morsa irresistibile.
E’ dunque impossibile prescindere dal messaggio, dall’animus che permea l’immagine, durante l’atto del click che ferma il tempo nell’infinito. L’allineamento, per dirla con parole ben più note (H.C.B.), coinvolge il pensiero, la testa, l’occhio nella visione della scena ed il cuore, intendendo per quest’ultimo l’aspetto più poetico, di documentazione, artistico che sia.
Si torna al trittico dei parametri (Tre, il numero perfetto iso, diaframma, tempi), si pone un passo avanti e si allinea quello che è dentro di noi e si scatta. Vale la pena di interessare tutti questi passaggi per imprimere un’immagine? Sicuramente. Il messaggio che meglio aggrada si può lasciarlo leggere al pubblico che guarda la foto, senza dubbio, ma deve essere presente già dentro chi scatta. E di conseguenza i valori tecnici devono essere asserviti allo scopo della posa.

In termini semplicistici, non sarà lo sfocato il soggetto, ma in quest’ultimo si servirà del primo per risaltare.

Il ruolo del fotografo tra iso, diaframma e tempi

Se l’occhio è il filtro degli avvenimenti, la macchina fotografica saranno carta e penna con cui raccontare, documentare. Il contenuto, però, è espresso dall’interazione tra parametri fotografici e messaggio.
Nella fotografia, non in tutti i generi, chiaro, ma in buona parte, c’è il fotografo, la sua emotività, la sua oggettività, la sua preparazione.
La preparazione culturale, la sensibilità, l’empatia, sono ambiti importanti, confluiscono nello scatto e donano intensità, senso. Il miglioramento di sé non è il fine, ma spinta propulsiva che rende più profonda l’interpretazione dell’avvenimento, della scena.
Trovo che la capacità di padroneggiare un linguaggio, uno strumento di espressione, sia migliore tanto più alto è lo spirito, la conoscenza della realtà, indirizzando il mezzo perché imprima un’immagine matura, una testimonianza bilanciata, giusta, la sintesi illuminata del contesto.

Tre, il numero perfetto: diaframma, tempi, iso

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