Il pomeriggio si avvia alla sua conclusione mentre sono di ritorno dalle terre salentine dove ho trascorso il weekend ad occuparmi delle mie fotografie ed a ritemprare fisico e spirito.
La cara Maria Lanotte, all’interno della sua EOS home gallery ha aperto una mostra di alcuni scatti di Mario Dondero e per l’occasione, invitato alcuni fotografi, un consesso di occhi del nostro tempo a cui assistere con grande attenzione.
Le foto ritrovate. Inediti dall’archivio della vita.
Le foto ritrovate. Inediti dall’archivio della vita. Il titolo della mostra, inaugurata a Fermo, dove il fotografo ebbe a trascorrere l’ultima parte della sua esistenza dopo la parentesi parigina, introduce una serie di pose che fermano nel tempo frammenti di teatro, di borse valori, di quotidiana realtà a Cuba, in Irlanda, nel continente africano.
L’intervento di Maurizio Garofalo ha posto sotto un’altra luce l’occhio del fotografo, ne ha ampliato i confini, la narrazione di Uliano Lucas, illuminante, ha offerto uno spaccato profondo dei moti interiori che spingono un uomo a documentare il suo tempo, assieme alle parole di Francesco Cito.
Dondero, i cui scatti campeggiavano in una veste di attenta e gradevole stampa, è stato uno dei fotogiornalisti più significativi del Novecento. La documentazione del sociale, delle sue connotazioni, dei costumi, degli avvenimenti che lo segnano, sono al centro della produzione.
Dagli inizi nel Bar Jamaica, storico luogo dove che negli anni Cinquanta fu ritrovo di fotografi che dovrebbero oggi essere studiati nelle scuole, poiché costituirono la vera informazione sulla evoluzione del mondo, alle cronache de L’Europeo, de L’espresso, di Epoca, la nostra storia è passata attraverso i suoi occhi.
La sua predilezione per il bianco e nero, ed in generale l’esclusione di ciò che può portare distrazione, è un punto fermo per lui, la condivido nella misura in cui tendo a non occuparmi del colore se questo non rientra nel messaggio che lo scatto vuole condividere.
L’occasione di osservare le stampe, di poterne valutare con calma l’atmosfera, conoscere il contesto delle immagini, è sempre una opportunità di crescita, dalla carta si traggono molte informazioni (così pure sulle proprie foto).
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